10 luglio 2008

Operazione Mar Nero 1992

di Giovanni Lattanzi
ANTIQUA-Speciale Archeologia Subacquea
1993
Archeoclub d`Italia/Operazione Mar NeroÈ ormai universalmente assodato che i beni culturali, ivi inclusi quelli sommersi, non sono patrimonio esclusivo delle singole nazioni sui cui territorio vengono scoperti, bensì ricchezza dell`intera umanità.

La loro musealizzazione permette, infatti, che di essi godano tutti i visitatori ed i viaggiatori, da qualunque parte del mondo provengano; anzi, viene sfruttata al meglio per richiamare i turisti.
Ma se, per quanto riguarda per godibilità della memoria storica, le frontiere sono ormai cadute? Lo stesso non si può dire nel campo della ricerca e dello studio dei siti.

Da un lato, esistono ancora, in varie parti del mondo, gelosie ed avversità nei confronti dei colleghi studiosi ed una malcelata voglia di chiudere agli "intrusi" i propri scavi, dall` altro si assiste tuttora a veri e propri episodi di colonizzazione e di predominio di missione straniere in terra altrui, specialmente nei paesi in via di sviluppo.

D`altro canto, uno dei principali fattori di crescita culturale e professionale in questo settore è proprio lo scambio d'esperienze operative. Se questo è vero per l`archeologia terrestre, lo è ancor di più di quella subacquea. 
In quest'ottica s'inquadra il lavoro che responsabili di Archeoclub d`Italia stanno compiendo da anni in terra Ucraina, e piu in generale i contatti che l`associazione sta perfezionando e rendendo operativi con i paesi esteri.

Dopo mesi di trattative ed incontri ai massimi livelli, nel 1990 Archeoclub ha sottoscritto un importante protocollo di intesa e di collaborazione scientifica con l`Accademia delle Scienze di Kiev-Ucraina e con Museo Archeologico di Odessa, coinvolgendo nell`iniziative lo STAS ( Servizio Tecnico per l`Archeologia Subacquea del Ministero dei Beni Culturali) e l`istituto italiano di Preistoria e Protostoria.
Quest`accordo, attraverso missioni operative comuni, l`apertura di una sede Archeoclub di Odessa, conferenze, seminari mira alla creazione di una "archeologia subacquea" Ucraina, attraverso la formazione di un gruppo di tecnici subacquei locali molto specializzati e collegati alle autorità competenti.

Nel 1991, dopo un anno di preparazione, la prima missione congiunta a bordo della nave di ricerca (a quel tempo sovietica) Tibya, per esplorare le coste della Crimea. L`anno seguente, con l`operazione Olvija 92, la missione italo-ucraina affronta i segreti della laguna di Olvija; pochi mesi prima i subacquei della sede Archeoclub di Odessa avevano esplorato, con gran successo, le acque di Zmeinyj, un'isola sul Mar Nero. Nel 1993 sono ripetute entrambe operazioni dell`anno precedente.

Tre soli anni di lavoro hanno permesso di raggiungere risultati enormi: l`apertura ad Odessa di una sede Archeoclub, la creazione sul posto di un gruppo di volontari subacquei altamente specializzati,
la positiva sperimentazione di metodiche in grado di far operare con il massimo risultato un team archeologico subacqueo internazionale, il trasferimento di know-how in un settore cosi specialistico come quella della ricerca subacquea, un`area quasi totalmente inesplorata dal punto di vista archeologico quale è Mar Nero.
Notevole interesse dimostrato dallo STAS nei confronti di questa iniziativa, che si pone come progetto pilota nel campo della collaborazione internazionale per l`archeologia subacquea.

Il vice direttore del Servizio, il dottore Claudio Moccheggiani Carpano, per fornire il suoMissione Olbia 1992 prezioso contribuito scientifico, ha partecipato personalmente ad alcune delle fasi preparatorie delle operazioni e alla missione congiunta Olvija 92.
Il successo dell`iniziativa dell`Archeoclub, stata vittoriosa dove altri hanno fallito, oltrechè al loro impegno e alla loro professionalità, è dovuto in larga misura alla filosofia che ha guidato gli sforzi dei suoi responsabili: collaborazione su basi di parità, rispetto per la tradizione scientifica locale, trasferimento integrale di tecnologia e metodiche. 

I ragazzi di Odessa sono, infatti, ormai parte integrante del Servizio Subacqueo di Archeoclub e non una realtà indefinita necessaria solamente per fornire appoggio logistico per "stranieri".

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