10 marzo 2009

La prima spedizione archeosub italo-sovietica nel Mar Nero 1991

ARCHEOCLUB D’ITALIA ZMEINYJ 1991Incontro Museo Archeologico di Odessa

Sezione Subacquea
Gruppo Antonio Novi
1991
Sala Consiliare della
Provincia di Pisa
19 ottobre 1991, ore 11:30
Piazza Vittorio Emanuele, 2 - 56100 Pisa

Il Gruppo subacqueo “A. Novi”, dell’Archeoclub d’Italia, ed il Navarex Club d'Odessa (URSS/Ucraina), hanno eseguito dal 14/6 al 30/6 1991 una spedizione archeologica subacquea italo-sovietica nelle acque del Mar Nero.

Le prospezioni, effettuate sui fondali antistanti l’Isola di Zmeinyj, un tempo dedicata al culto di Achille, e lungo le coste della Crimea, in prossimità delle antiche colonie genovesi, hanno portato al ritrovamento di un relitto medioevale e di un gran numero di reperti ceramici vari.

Nel corso di quest'incontro saranno quindi presentati i risultati scientifici, culturali e sociali di tale operazione, e gli sviluppi futuri che essa potrà avere. Ci si soffermerà inoltre sugli aspetti organizzativi e della gestione che una tale spedizione comporta. Particolare accento sarà dato all'interazione con il gruppo subacqueo sovietico ed ai rapporti con le autorità locali, questi ultimi alquanto delicati specie nei pressi dell’Isola militare di Zmeinyj.

Una proiezione di materiale videofotografico, subacqueo e non, illustrerà le varie fasi della missione. La spedizione Zmeinyj novantuno, prima di una serie d'interessanti collaborazioni nell’ambito di un accordo culturale triennale, è organizzata da:

- ltalia Gruppo “Antonio Novi” dell’Archeoclub d’Italia, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali;
- USSR/Ucraina Club Agat-Navarex d'Odessa, Università di Odessa, Museo Archeologico di Odessa.Nave TibyaLa spedizione ha solcato le acque del Mar Nero, percorrendo circa 600 miglia nautiche con l’ausilio di una nave appoggio di 80 metri di lunghezza, venti uomini d'equipaggio c completamente attrezzata per il supporto alla ricerca archeosub. Sono eseguite più di un centinaio d'immersioni, rigorosamente documentati.

Il team di ricerca era composto da dieci operatori italiani ed otto sovietici, un interprete cd uno staff di coordinamento composto dall’ing. Orlando Pandolfi (responsabili operativo), dal Dr. Sergei Ohotnikov, (Responsabile Scientifico), da Luciano Di Lupo (responsabile video-fotosub), dalla dr.ssa Lorenza Saracco (coordinatrice progetto Zmeinyj 91) e da Juri Murzin (responsabile contatti con autorità locali). Gli altri operatori della componente italiana erano: Giulio Arnò (trasporti), dott. Piero Dell’Amico (archeologo sub), dott. Jasmine La Morgia (geologo), Roberto Lucchesi (attrezzature subacquee), dott. Francesco Nachira (elaborazione dati), Alessandro Raveggi (operatore specializzato), Riccardo Giomi (operatore subacqueo).

La spedizione Zmeinyj 91 aveva, come primo obiettivo la prospezione di numerosi siti che mai prima stati controllati con le metodologie standard di ricerca archeologica subacquea.

Team sul bordo di TibiaAltro obiettivo era il trasferimento di tecnologia tra il team italiano e quel sovietico. In tale ottica sono state consegnate 6 attrezzature subacquee italiane al team sovietico, ed i loro operatori sono stati addestrati all’uso delle stesse.

Il lavoro, svolto presso l’isola di Zmeinyj, in condizioni operative limite per la visibilità e la presenza di un abbondante termoclino (da 25’ C in superficie a 7’ C oltre gli 11 m), permetterà di razionalizzare gli interventi futuri. Gli operatori sono riusciti a montare un campo di ricerca ed a recuperare frammenti ceramici che confermano in parte le notizie storiche sull’isola, antica sede di un tempio dedicato all’eroe Achille.

I risultati più importanti si sono però avuti in uno dei siti esplorati in Crimea: resti d'anfore e pithoi, contenitori e piatti, hanno permesso di individuare un probabile relitto d'epoca medievale (XI-XII sec.) in una baia prossima ai grandiosi resti della fortezza genovese di Sudak, avamposto militare e commerciale dell’antica repubblica marinara italiana. Alcuni giorni di lavoro hanno permesso di ottenere una prima descrizione del sito; il materiale recuperato per permettere uno studio più accurato, è in questo periodo conservato presso il Museo Archeologico d'Odessa.

La spedizione ha destato enorme interesse in Unione Sovietica e stata commentata da vari quotidiani, dalla televisione pansovietica e da quell'ucraina.

L’operazione è stata resa possibile anche grazie a supporto tecnico e finanziario dei seguenti sponsor:

Barclays Leasing, Torino; ACOGES-Azienda Consortile Gas, Pisa; Il Fotoamatore, Pisa; Seac Diving Pro, Carasco (GE); Plastmeccanica-Nimar, Correggio (RE); Centro Foto-ottico Subacqueo, Genova; Provincia di Pisa; Sokkisha, Torino; Foto Leone, Torino; Eurovinil, Grosseto; EFFE2, Fornacette (PI); Chasprom-Vremex, USSR.